La bellezza della visione di Alberto Moioli

La bellezza della visione di carla Pistola
Carla Pistola e la bellezza della visione: un viaggio tra arte e anima
Nel mondo dell’arte contemporanea, vi sono artisti la cui opera non si limita a una pura espressione estetica, ma diviene un portale verso nuove dimensioni, un ponte tra sensibile e sovrasensibile. Carla Pistola appartiene a questa schiera, ed è con il linguaggio della forma e del colore che lei plasma non solo materia pittorica, ma anche vibrazioni interiori.
«Creo per capire, esplorare e dar forma a ciò che non si vede, ma si sente», afferma Carla, e in questa affermazione si rivela il nucleo pulsante della sua ricerca: una ricerca incessante, che, seppur radicata nella sua raffinata pittura, ci accompagna oltre la fisicità della tela per giungere all’idea di percezione. L’arte di Carla Pistola è un dialogo silenzioso con l’invisibile, un'eco di mondi interiori che si manifestano in campiture cromatiche e stratificazioni materiche, dove ogni tonalità sussurra una storia e ogni composizione suggerisce un’emozione.
Nata a Jesi, nelle Marche, Carla Pistola ha sviluppato sin dall’infanzia un amore profondo per l’arte, affascinata dalla magia del colore e dalla possibilità di esprimersi attraverso la pittura. La sua sensibilità si è affinata negli anni, inizialmente attraverso il disegno e il mondo della moda, oggi, Il suo universo creativo si nutre di esperienze e contaminazioni, tra figurativo e astratto, in un costante dialogo con la più raffinata ricerca artistica del Novecento.
C’è qualcosa di profondamente lirico nelle sue opere, un respiro poetico che le rende affini a versi sospesi tra l’incanto e l’intuizione. Non mi stupisce infatti che la sua produzione pittorica dialoghi con l’arte della scrittura, entrambe sembrano convergere verso un unico intento: rendere visibile l’essenza ineffabile della bellezza. «Quanta bellezza… Vivo per… e la mia vita respira…», scrive Carla, e in queste parole vi ho trovato la stessa tensione estetica che anima i suoi dipinti, l’urgenza di tradurre in immagini il mistero vibrante dell’esistenza, una vera e propria dichiarazione d’amore alla bellezza della vita.
Il suo astrattismo aniconico è ben più di una semplice negazione del figurativo: è un atto di libertà, un’esplorazione delle infinite possibilità dell’espressione del cuore. Come nella meccanica quantistica, che lei cita, dove la realtà esiste in sovrapposizione di stati fino al momento dell’osservazione, così le sue opere offrono scenari mutevoli, esperienze in perpetua ridefinizione a seconda dello sguardo che le interroga. Ogni dipinto è un universo in divenire, una trama di connessioni sottili che attendono di essere decifrate dall’anima dello spettatore. «Connessioni… relazioni fuori dagli schemi… rimangono impresse oltre i confini dello spazio, della materia e del tempo…», recita una delle sue poesie, e non vi è descrizione più fedele del suo linguaggio visivo, sospeso tra intuizione e mistero.
Carla Pistola non dipinge il visibile, ma l’essenza suggerita dalla realtà, quell’energia vibrante che anima ogni cosa e che l’arte, nelle sue manifestazioni più alte, è in grado di evocare. I suoi lavori sono finestre spalancate su mondi interiori, inviti a varcare la soglia del tangibile per scorgere ciò che, pur non avendo forma definita, è sostanza pura dello spirito. Guardare una sua opera significa lasciarsi condurre oltre i confini della percezione ordinaria, accogliere l’inatteso, perdersi in un gioco di colori e materie che, come le parole di un grande poeta, risuonano nell’anima con la forza di una rivelazione.
Conosco da qualche anno l’artista ed è un vero privilegio per un critico d’arte perché nel tempo ho potuto osservare con attenzione la sua, sempre coerente, evoluzione espressiva, giunta oggi più che mai ad una solida maturazione artistica. La sensibilità dell’artista combacia inevitabilmente con la sua anima gentile e il suo senso di bellezza che la contraddistingue in un mondo oggi sempre più superficiale. Impossibile non voler bene a Carla, nello stesso modo in cui non è possibile non rimanere coinvolti dalla sua pittura.
Nel panorama artistico contemporaneo, Carla Pistola si distingue per questa capacità rara: restituire la bellezza nella sua essenza più autentica, non come semplice ornamento, ma come esperienza interiore, come moto dell’anima. Le sue opere non si limitano a essere osservate, ma esigono di essere vissute, attraversate, esplorate. Esse incarnano quel “sublime” che Edmund Burke* (1729 –1797) identificava come la più alta forma di espressione artistica: non la bellezza intesa come armonia passiva, ma come forza che scuote, interroga, trascina in un viaggio oltre il visibile.
L’arte di Carla Pistola è, dunque, una celebrazione del possibile, della visione che si fa colore, della materia che diviene poesia. E chiunque si accosti con spirito aperto, non potrà che riconoscervi il riflesso di un’anima che, attraverso il linguaggio affascinante della pittura, ha trovato il modo di rendere eterno ciò che di più effimero esiste: l’emozione pura.
Alberto Moioli – 29.03.2025
Fonte: Edmund Burke – Un'indagine filosofica sull'origine delle nostre idee di Sublime e Bello (titolo originale: A PhilosophicalEnquiry into the Origin of Our Ideas of the Sublime and Beautiful) è un celebre testo di filosofia estetica scritto e pubblicato nel 1757.
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